
Una squadra di ricerca statunitense dell’Università di New York ha dimostrato come le emozioni forti, ad esempio gli attacchi di panico e gli stati d’ansia, siano in grado di modificare lo stato neurologico al pari di una sbronza: i ricercatori hanno chiamato questa condizione ‘sbornia emozionale’, ecco di cosa si tratta
Attacchi di panico: ansia e sbornia emozionale, ecco come le sensazioni influenzano la memoria
Le emozioni, come sappiamo, ha un forte impatto sulla nostra vita, positive o negative che siano, sono in grado di influenzare le nostre scelte a lungo e breve termine se si rivelano molto intense. Persino l’approccio stesso alla vita, può cambiare. Un esempio sono gli attacchi di panico o i disturbi ansiosi: possono modificare anche il nostro stile di vita. Per questo motivo, un team di ricerca statunitense dell’Università di New York ha condotto uno studio in merito per approfondire questo fenomeno, pubblicato in seguito sulla rivista scientifica Nature.
Attacchi di panico: ansia e sbornia emozionale
Le emozioni forti possono modificare il nostro stato neurologico e il modo in cui ricordiamo le nostre esperienze passate. I ricercatori dell’Università di New York hanno trovato un’espressione precisa per identificare questa capacità: ‘emotional hangover’, in italiano ‘sbornia emozionale’. La coordinatrice dello studio e docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Nw York e del Center for Neural Science, Lila Davachi, ha spiegato: “Il modo in cui ricordiamo gli eventi non è solo una conseguenza delle nostre esperienze nel mondo esterno, ma è anche fortemente influenzato dai nostri stati interni. L’emozione è uno stato d’animo e questi risultati spiegano chiaramente che la nostra conoscenza è fortemente influenzata dalle esperienze precedenti, inoltre che gli stati emotivi cerebrali possono persistere per lunghi periodi di tempo“.
Attacchi di panico e ansia: la sbornia emozionale migliora la memoria
La sbornia emozionale, inoltre, sarebbe in grado di regolare persino la memoria, migliorando a sua volta i ricordi di quelle esperienze classificate come non emozionali. Durante lo studio, un campione di persone è stato sottoposto a un test visivo e suddiviso in due gruppi: al primo gruppo è stato mostrato un video con forti contenuti emozionali, al quale ha fatto seguito un video con contenuti non emozionali. Al secondo gruppo, invece, sono stati sottoposti i medesimi video, ma a somministrazione invertita. Trascorse sei ore, i due gruppi sono stati sottoposti a un test della memoria che faceva riferimento alle immagini viste nei video. Dai dati, i ricercatori hanno potuto constatare che coloro i quali avevano visto immagini emozionali come primo video, riuscivano a ricordare meglio anche quelle non emozionali.
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