È essenziale un incremento significativo delle risorse destinate alla salute mentale in Italia, considerando l’aumento della domanda di servizi. Un aumento di almeno 2 miliardi di euro, oltre il 30% del personale attuale, pari a circa 7.500 operatori, è necessario per soddisfare le crescenti esigenze di assistenza.
Finanziamenti insufficienti per un settore trascurato
Il settore della salute mentale, spesso trascurato all’interno della sanità pubblica, si trova in una situazione di emergenza dovuta alla scarsità di personale e risorse finanziarie. Il Collegio Nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale segnala come questa area rappresenti un settore critico e richiede che almeno il 5% del Fondo Sanitario Nazionale e Regionale venga dedicato a tale scopo. Attualmente, la spesa è in calo al 2,5% del Fondo, rendendo necessaria un’integrazione di finanziamenti per elevarla alla soglia desiderata.
Gli attuali 25.000 operatori — che includono psichiatri, psicologi e infermieri — sono insufficienti, con una mancanza di circa 7.500 professionisti necessaria per raggiungere gli standard richiesti. Da quando la Legge Basaglia ha trasformato l’approccio verso la salute mentale nel paese, sono stati fatti progressi significativi verso un sistema comunitario più rispettoso dei diritti umani. Tuttavia, le nuove sfide come l’abuso di sostanze e l’influenza dei social media richiedono aggiornamenti costanti nell’assistenza.
Effetti post-pandemia: l’aumento del disagio psicologico
Attualmente, oltre 16 milioni di italiani soffrono di disagio mentale medio-grave, un numero aumentato del 6% rispetto al passato. I problemi più diffusi includono ansia e depressione, problemi che hanno registrato un sensibile incremento a seguito della pandemia di Covid-19, con ansia e depressione aumentate rispettivamente del 26% e 28%. Sintomi come sbalzi d’umore, insonnia e crisi di panico sono comuni e spesso i pazienti si rivolgono ai farmaci per gestirli. Una porzione significativa della popolazione utilizza ansiolitici, antidepressivi e stabilizzatori dell’umore.
Giovani a rischio: un allarme globale
L’allarme si estende anche al mondo del lavoro, con il 76% dei lavoratori che riportano sintomi di stress e disturbi del sonno, mentre i giovani sono particolarmente vulnerabili, con oltre 700,000 colpiti in Italia e un significativo numero di suicidi registrati tra di loro. Questo fenomeno globale colpisce anche il 39% dei giovani tra 18 e 24 anni, mostrando sintomi seri di ansia o depressione.
Nonostante un crescente bisogno di supporto psicologico, molti scelgono di autogestire il loro disagio, spesso senza consultare un medico. Il divario tra necessità di cura e disponibilità impedisce a molti di ricevere un trattamento adeguato.
Un bonus psicologo insufficiente: il divario tra domanda e offerta
Il bonus psicologo, introdotto come misura di emergenza, non è bastato. I fondi per il bonus psicologo sono stati ridotti significativamente, da 25 milioni di euro nel 2022 a soli 10 milioni nel 2024, rendendo ancora più difficile l’accesso ai servizi. Su più di 400.000 richieste, solo poche migliaia sono andate a buon fine. Attualmente, soltanto il 5% dei 130.000 psicologi in Italia opera nelle strutture pubbliche, sottolineando l’insufficienza dell’assistenza pubblica.
Un approccio più strutturato e integrato è essenziale per migliorare la situazione, iniziando da una rete di supporto che comprenda psicologi di base e scolastici, in sinergia con le risorse esistenti. Il potenziamento delle risorse e del personale sono passi fondamentali per affrontare efficacemente la crisi della salute mentale in Italia.
Fonte:
- “Pazienti soli, pochi medici e fondi per la salute mentale” – https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2024/10/07/in-italia-16-milioni-con-disagio-mentale-in-cima-i-giovani_881dab74-d8cc-4774-abb9-fefd15c9cd2c.html