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Sempre più persone stanno affrontando sfide legate ai disturbi cognitivi. Che si tratti di decadimento cognitivo lieve (MCI), demenza o malattia di Alzheimer, questi problemi stanno creando molta preoccupazione tra gli italiani.
Secondo un recente sondaggio condotto dall’istituto EMG Different per conto di Neopharmed Gentili, ben nove italiani su dieci sono preoccupati per il loro futuro cognitivo.
La ricerca presentata a Milano, durante il mese dedicato alla malattia di Alzheimer, ha rivelato che il 93% degli intervistati ritiene cruciale ricevere più informazioni sui disturbi cognitivi.
Questo blog esplorerà le ragioni dietro tali preoccupazioni e offrirà consigli utili per affrontarle. Scopri come migliorare la tua qualità della vita.
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Punti chiave
- Nove italiani su dieci sono preoccupati per il declino cognitivo.
- Il 7% degli italiani over-60 soffre di demenza; questa percentuale aumenta al 30% per chi ha più di 85 anni.
- Solo il 29% degli intervistati sa che esistono trattamenti per i disturbi cognitivi.
- Gli stili di vita malsani come fumo e sedentarietà aumentano i rischi di demenza.
- Intervenire tra i 40 e i 60 anni può ridurre del 40% la possibilità di sviluppare demenza.
Preoccupazione degli italiani per i disturbi cognitivi
Nove italiani su dieci sono preoccupati per i disturbi cognitivi. Il declino cognitivo lieve e la demenza sono tra i problemi più temuti.
Incidenza del declino cognitivo e della demenza
Il 7% degli italiani over-60 soffre di demenza. Questa percentuale sale al 30% per chi ha più di 85 anni. Il declino cognitivo lieve riguarda molti altri, con sintomi che includono perdita di memoria e difficoltà nel prendere decisioni.
Solo il 29% delle persone sa che esistono trattamenti per modificare il decorso della malattia. Molti ignorano le misure preventive. Il servizio sanitario nazionale deve migliorare l’accesso a diagnosi precoce e interventi mirati.
Il numero di casi di demenza aumenta con l’età, afferma l’Istituto Auxologico Italiano.
Fattori che influenzano l’aumento delle preoccupazioni
Stili di vita malsani, depressione, e altre condizioni come l’ipertensione aumentano le preoccupazioni sugli effetti dei disturbi cognitivi. Leggi di più per capire come questi fattori influenzano la tua salute mentale.
Stili di vita e rischi associati
Gli stili di vita giocano un ruolo cruciale nel declino cognitivo. Fumo, alcol e sedentarietà aumentano i rischi di demenza. Anche il diabete e l’ipertensione contribuiscono al deterioramento delle funzioni cognitive.
Intervenire su questi fattori tra i 40 e i 60 anni potrebbe ridurre del 40% l’evoluzione del declino cognitivo lieve in demenza.
L’ipertensione e le dislipidemie devono essere monitorate con attenzione. La perdita di udito non riconosciuta può aggravare i sintomi cognitivi. Mantenere una vita sociale attiva aiuta a preservare la riserva cognitiva.
Investire nell’istruzione e ridurre il tasso di abbandono scolastico migliorerebbe il livello culturale, contribuendo così a una migliore salute mentale in età avanzata.
Conclusioni
La crescente preoccupazione per i disturbi cognitivi in Italia evidenzia la necessità di maggiori sforzi informativi e di prevenzione. Le famiglie italiane devono affrontare un pesante carico emotivo ed economico.
Interventi preventivi tra i 40 e i 60 anni possono fare una grande differenza. Informarsi e agire è essenziale per contrastare il declino cognitivo. La società italiana deve rispondere con trattamenti adeguati e politiche sanitarie efficaci.
Fonte:
I disturbi cognitivi preoccupano nove italiani su dieci – https://neurologiaitaliana.it/2024/i-disturbi-cognitivi-preoccupano-nove-italiani-su-dieci/?utm_source=newsletter&utm_medium=mail-763