
RIconoscere la depressione
Come riconoscere la depressione?
E’ molto probabile che conosciate qualcuno affetto da depressione: in Italia sono 4,5 milioni le persone colpite dal ‘male oscuro’, di cui la maggior parte donne, secondo i risultati dell’indagine condotta da Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna).
«Con la depressione una persona è profondamente e quasi del tutto concentrata sulle proprie mancanze e frustrazioni – spiega lo psicoterapeuta Giovanni Porta – Il mondo esterno non è che un riflesso di quello interno, e appare minaccioso e rifiutante, ed ecco perché sfocia spesso nell’apatia, il non volersi rapportare al mondo esterno».
Riconoscere la depressione: sintomi e frasi
Riconoscerne la depressione attraverso i sintomi è molto difficile: spesso chi ne soffre fa fatica ad ammettere che ha un problema clinico, poiché è subdola come malattia: acuisce le insicurezze, il senso di disagio, gli attacchi d’ansia, ma una persona è sempre portata a minimizzare o a incolpare lo stile di vita troppo frenetico o le preoccupazioni in famiglia.
Ci sono tuttavia delle “frasi spia” usate da chi ne soffre che ci aiutano a riconoscere la depressione e ci devono mettere in allarme, soprattutto se ripetute spesso. Di seguito le quattro frasi più usate e i consigli del Dott. Porta su come rispondere o quali azioni intraprendere.
Le quattro frasi più usate:
- “Non cambierà mai nulla”
La depressione è una condizione complicata perché è come dover iniziare un viaggio lunghissimo sentendosi sfiniti. L’apatia dei depressi si accompagna spesso a un acuto senso di mancanza di forze, da cui consegue la quasi totale assenza di motivazione. Ciò che i depressi hanno smesso di sperimentare è che le energie si rigenerano, facendo cose piacevoli.
Cosa fare per aiutarli – Un modo per aiutarli a superare l’immobilismo è, come con i convalescenti, riabituarli piano piano a fare qualcosa di bello insieme a qualcun altro, meglio se poco faticoso.
Cosa rispendere – Una possibile frase da opporre all’immobilismo depressivo può essere qualcosa del tipo “ti va se guardiamo un film?” (o qualche altra attività poco impegnativa da fare insieme o, almeno, vicini). - “Non valgo niente”
Le persone depresse tendono a pretendere troppo da se stesse. Non si accontentano di riuscire in qualcosa, ma di solito vogliono eccellere, cosa che le fa cadere in un gorgo senza fine di auto commiserazione in caso di risultato non confacente alle loro aspettative. Al minimo intoppo nei loro piani, si accusano di essere degli incapaci perché confondono il non primeggiare con il non valere nulla.
Come rispendere – Una buona frase in risposta alla lamentazione circa la carenza del proprio valore può essere “io ti voglio bene proprio così come sei, compresi i tuoi difetti”. - “Voglio tornare quello/a di prima”
Una tendenza comune a molte persone che presentano sintomi depressivi è il fatto di concentrare la propria attenzione sul passato invece che sul presente, di solito idealizzandolo come un momento felice e pieno di soddisfazioni. In molti casi, però, è proprio questo il loro vissuto, tanto che la maggior parte delle depressioni non organiche si sviluppa in conseguenza di qualche evento spiacevole (fine di una relazione sentimentale, licenziamento ecc.).
Cosa consigliare per aiutarli – La cosa fondamentale per migliorare la propria condizione è la politica dei piccoli passi, cioè migliorare la propria vita giorno per giorno, senza pretendere tutto e subito (attività nella quale i depressi sono maestri).
Cosa rispondere – Una buona risposta da dare loro può dunque essere: “Ok, vuoi tornare quello/a di prima. Qual è il primo passo che puoi fare oggi? Se me lo dici ti aiuto” - “Ormai è troppo tardi”
La disperazione depressiva si poggia su una miscela di generalizzazione e assenza di speranza. I depressi fanno di tutta l’erba un fascio: smettono di distinguere tra un problema e un altro e creano un enorme unico problema chiamato depressione dal quale sembra impossibile uscire. Inoltre, sono pieni di rimpianti: lamentano occasioni svanite, obiettivi persi, sconfitte, e ritengono che se riprovano dove hanno fallito falliranno di nuovo. Il loro orizzonte è cupo, perché manca del tutto la speranza. La speranza è il bene più prezioso, e riuscire a ridargliene anche una goccia è di sicuro un gran risultato.
Cosa rispondere – Un esempio di frase da dir loro in un momento di sconforto può a mio avviso essere “Io credo che ce la farai a raggiungere i tuoi obiettivi. Magari non subito, di certo non tutti, ma sono convinto che ce la farai”.