“sono sempre stato ereditario ai sintomi depressivi, alla bassa autostima, e infelicità cronica”
Mi spiace deluderti ma nessuna delle manifestazioni che citi è ereditaria, al contrario sono conseguenze di una rappresentazione di sé che il nostro cervello costruisce attivamente solitamente a seguito di esperienze negative: in primis il rifiuto da parte dell’altro.
“dopo aver parlato con psicologi il mio problema non è mai stato risolto”
Dipende da come è stato impostato il percorso terapeutico: se non si è sentito accettato, compreso e non giudicato da nessun specialista non è possibile avviare un processo di cambiamento.
Infine è evidente che tu da anni pensi a te stesso come persona “malata” o inadeguata e questa è la prima convinzione che andrebbe messa in discussione.
“Adesso volevo provare qualche farmaco, nella speranza che esso possa alleviare un po’ e aiutarmi a vivere meglio sconfiggendo le mie ansie sociali, e non. “
Il processo di cambiamento coinvolge attivamente una persona nel percorso terapeutico che affronta, non si può delegare questa responsabilità al farmaco, sarebbe solo un autoinganno.
Se necessaria una valutazione psichiatrica per valutare l’eventuale integrazione con una terapia farmacologica sarà lo psicoterapeuta stesso a consigliarla.
Ti consiglio la lettura di questo articolo:
http://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/153-perche-iniziare-psicoterapia.html