
Non possiamo dire di aver ancora trovato una cura per l’Alzheimer, la forma di demenza in assoluto più diffusa, la cui incidenza è prevista in forte aumento nei prossimi decenni anche grazie all’allungamento dell’aspettativa di vita. Tutte le speranze sono perciò al momento risposte su terapie che possano rallentarne il decorso e, meglio ancora, su strategie di prevenzione. L’importante è come sempre la diagnosi precoce, o la capacità di leggere sintomi che sono i prodromi della demenza vera e propria, la quale può manifestarsi anche diversi anni più tardi.
Intervenire in tempo
I pazienti che sviluppano la malattia di Alzheimer di solito prima sperimentano un progressivo declino cognitivo. Detta altrimenti, chi ha un disturbo cognitivo lieve, senza tuttavia soddisfare i criteri della demenza, sviluppa poi l’Alzheimer più spesso delle persone che non lo hanno. In un certo senso quindi il declino cognitivo viene considerato come un gradino intermedio tra il normale invecchiamento e la demenza.
Il deficit cognitivo senza demenza ha tre differenti sottotipi: può essere di origine psichiatrica, vascolare o dipendere da altri disturbi neurologici specifici. I ricercatori ritengono che intervenire prima che il deficit si sviluppi o all’inizio del suo corso potrebbe ritardare l’insorgenza dell’Alzheimer. E dei farmaci che funzionino nelle fasi iniziali del disturbo potrebbero quindi avere un’azione preventiva per il morbo di Alzheimer. Gli antiossidanti sembrano essere buoni candidati per questo ruolo.
Il rischio si riduce
Lo studio di un team di ricercatori canadesi, pubblicato sulla rivista scientifica Annals of Pharmacotherapy, esamina l’associazione tra uso di un integratore antiossidante a base di vitamine e rischio Alzheimer. E suggerisce che le vitamine E e C in particolare siano in grado di ridurre il rischio di deficit cognitivo, Alzheimer o demenza da tutte le cause.
Attingendo ai dati di uno studio canadese su salute e invecchiamento (1991-2002) che comprendeva 5.269 persone over 65, e ha valutato i partecipanti tre volte nel corso di 11 anni, gli autori hanno scoperto che coloro che avevano assunto integratori di vitamina C e/o E avevano significativamente meno probabilità di sviluppare un disturbo di tipo cognitivo. Ampliando l’ambito di ricerca anche ai supplementi multivitaminici, si è comunque riscontrato un ridotto rischio di declino cognitivo senza demenza.
A quanto pare le vitamine antiossidanti riducono il danno e la morte neuronale causati dallo stress ossidativo, che altera la patogenesi della demenza. Sebbene i risultati suggeriscano benefici preventivi positivi per gli integratori di vitamina C ed E, i ricercatori ritengono che siano necessari ulteriori studi per determinare il valore di queste vitamine come strategia di prevenzione primaria per l’Alzheimer.