
Le basi genetiche dell’intelligenza
La scoperta di 939 nuovi geni che influenzano lo sviluppo delle capacità cognitive – e in particolare la cosiddetta intelligenza fluida – amplia notevolmente le basi genetiche dell’intelligenza. Le varianti di altri 500 geni contribuiscono invece a determinare il livello di stabilità emotiva, a sua volta associato a un rischio di depressione o schizofrenia.
Lo studio che ha scoperto le nuove basi genetiche dell’intelligenza e dell’emotività
Le basi genetiche dell’intelligenza sono un affare molto complesso: lo conferma l’identificazione di 939 nuovi geni coinvolti nel suo sviluppo, che si aggiungono ai 77 già noti.
A scoprirli è stato un gruppo internazionale di ricercatori coordinati da Danielle Posthuma della Vrije Universiteit ad Amsterdam, che firmano un articolo su Nature Genetics.
Lo studio è stato condotto su un campione di circa 270.000 soggetti, mentre sono stati circa 500.000 le persone coinvolte in una seconda ricerca, pubblicata anch’essa su Nature Genetics, in cui lo stesso team ha anche identificato la base genetica di un tratto della personalità che espone a un maggiore rischio di sviluppare alcuni disturbi mentali.
Gli autori hanno usato i cosiddetti studi di associazione genome-wide, che controllano le variazioni genetiche presenti centinaia di migliaia di geni e ne testano i livelli di attività in campioni molto estesi di soggetti.
In particolare, elevati livelli di espressione in due tipi di neuroni nello striato e nell’ippocampo sono apparsi associatati a prestazioni elevate in compiti che impegnano la cosiddetta intelligenza fluida, ossia la capacità di usare il ragionamento logico per risolvere problemi nuovi, a prescindere dalle conoscenze possedute. (La cosiddetta intelligenza cristallizzata è invece la capacità di usare al meglio le conoscenze già acquisite.)
Le analisi sui dati disaggregati per fasce di età e prestazioni cognitive suggeriscono inoltre che le cosiddette basi genetiche dell’intelligenza possono avere un ruolo protettivo nei confronti dell’Alzheimer e del disturbo di attenzione e iperattività (ADHD).
Nel secondo studio i ricercatori hanno identificato 599 geni che costituiscono la base genetica della stabilità emotiva, uno dei cinque tratti fondamentali della personalità noti anche come Big Five (gli altri sono estroversione, amicalità, coscienziosità, apertura mentale).
Alcune varianti di questi geni espongono a una elevata propensione all’instabilità emotiva (a volte indicata come neuroticismo), che si esprime come tendenza a provare emozioni negative. Una parte di queste varianti appare inoltre legata a un aumento del rischio di depressione, mentre l’altra a un maggior rischio di schizofrenia.