I vaccini non conducono all’autismo.
Il mese appena trascorso ha ospitato la giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo. L’argomento è importante, e nel discutere fra noi circa come affrontarlo è emerso quasi subito un tema, ovvero l’incredibile disinformazione che circonda gli studi sulla relazione fra vaccini e autismo. Confrontandoci ci siamo trovati tutti ad essere affascinati da quanto possa rivelarsi coriaceo e persistente un mito come questo, che suggerisce l’idea, dimostrabilmente sbagliata, che i vaccini possano condurre all’autismo.
Facciamo un po’ di storia: il 28 febbraio del 1998 venne pubblicato uno studio ad opera del medico e chirurgo Andrew Wakefield sulla prestigiosa rivista The Lancet. Nello studio Wakefield sosteneva l’esistenza di una correlazione fra il vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) e la comparsa dell’autismo nei 12 casi che il medico aveva studiato. Successivamente Wakefield, in una serie di conferenze ed apparizioni pubbliche, chiese che venissero condotti nuovi studi sulla questione, per chiarirla al meglio, ma contemporaneamente arrivò a consigliare ai genitori inglesi di non vaccinare i propri figli, o perlomeno di vaccinarli dalle tre malattie separatamente. Immediatamente nella popolazione si diffuse il panico, tanto che dal 1998 al 2004 si passò dal 93% dal 75% di bambini vaccinati (con un conseguente aumento vertiginoso dei casi di morbillo nei bambini).
La conclusione di questa storia è obbiettivamente chiarissima: The Lancet pubblicò una ritrattazione della ricerca, Wakefield venne indagato per “condotta antiscientifica” dal General Medical Council del Regno Unito e venne radiato dall’albo dei medici britannici nel 2010. L’anno successivo il British Medical Journal reiterò la questione definendo la ricerca di Wakefield una “elaborata frode”.
Da allora l’argomento è stato affrontato dalla comunità scientifica numerose volte, sono stati condotti numerosissimi studi che hanno confutato in maniera ormai incontrovertibile l’idea che i vaccini abbiano una parte anche minima nei meccanismi che portano all’autismo. Ciononostante, il mito sopravvive: è ancora altissimo il numero di persone che sceglie di non vaccinare i propri figli pensando di proteggerli, ma così facendo li priva di un meccanismo di difesa fondamentale, esponendoli a rischi molto reali e concreti.
Ormai, il legame fra i vaccini e l’autismo è definitivamente entrato a far parte del novero di quei miti, come le scie chimiche o la falsità dello sbarco sulla Luna, che pur avendo ricevuto ormai un numero talmente elevato di smentite e sbufalamenti da rendere insostenibile credere alla loro veridicità, continuano imperterriti ad avere un enorme seguito fra la gente.
Il complotto, lo sappiamo, affascina. Noi, dal canto nostro, non possiamo fare altro che rispondere esponendo pacatamente i fatti, che sono, sul lungo termine se non sul breve, irresistibili.
Testi di Gabriele Bianchi (OrgoglioNerd)
