INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA (Nr. 22)
Un crescente numero di persone vive l’esperienza dell’attacco di panico, pochi secondi in cui la mente è chiamata a fronteggiare una serie di paure profonde, come quelle legate alle malattie, alla paura della morte o della follia.
La parola panico nasce dalla mitologia greca in cui si narra del “dio Pan”, metà uomo e metà caprone, abituato a comparire all’improvviso sul cammino altrui, suscitando un terrore interiore e scomparendo poi velocemente, lasciando le proprie vittime nell’incapacità di spiegarsi quanto è accaduto e ciò che hanno provato.
Similmente, un attacco di panico è un episodio breve e intenso in cui si sperimenta ansia acuta, che insorge in modo improvviso e che comporta sintomi fisici e vissuti psicologici di forte preoccupazione.
Sintomi dell’attacco di panico
I sintomi più comuni che coinvolgono il corpo, sono:
- difficoltà respiratoria, tecnicamente definita dispnea, con sensazione soggettiva di “fame d’aria” e di soffocamento;
- tachicardia o palpitazioni, spesso associati a dolori al torace;
- aumento della sudorazione oppure brividi, legati a repentini cambiamenti della temperatura corporea e della pressione;
- rossore al viso e talvolta all’area del petto;
- capogiri, sensazione di stordimento, debolezza con impressione di perdere i sensi;
- parestesie, più comunemente rappresentate da formicolii o intorpidimenti nelle aree delle mani, dei piedi e del viso;
- nausea, sensazioni di chiusura alla bocca dello stomaco o di brontolii intestinali;
- tremori fini o a scatti.
In generale durante questa esperienza si possono avere le seguenti sensazioni:
- di non essere parte della realtà, definita derealizzazione;
- di essere osservatore esterno del proprio corpo e dei propri processi mentali, definita depersonalizzazione;
- presentimento che stia per avvenire qualcosa di terribile associato ad una sensazione di impotenza nel gestirlo;
- paura di perdere il controllo;
- paura di impazzire;
- paura o convinzione di essere vicini alla morte;
- crisi di pianto;
- di rivivere qualcosa di già provato (deja-vù).
Ogni crisi di panico rappresenta un circolo vizioso in cui i sintomi fisici alimentano quelli mentali e viceversa.
L’esperienza dell’attacco di panico è una delle più stressanti fisicamente e mentalmente, perché la reazione è simile a quella di attacco-fuga che una persona sperimenta di fronte ad un pericolo reale. Di conseguenza gli effetti psicofisici sono debilitanti e la sensazione dopo un attacco di panico è di essere molto deboli, persino esausti e sicuramente scoraggiati e confusi.
All’attacco di panico spesso seguono accertamenti medici più o meno ripetuti per ricercare la causa del malessere vissuto: la valutazione ostinata dello stato di salute di ogni funzione fisica è legata alla tendenza comune ad accettare più facilmente di avere un problema corporeo che ha generato questo problema fisico ed emotivo piuttosto che essere disposti a pensare che sia qualcosa di interiore, di intangibile, di psicologico.
Il diffuso interessamento fisico durante l’episodio di panico fornisce un supporto all’ipotesi di avere un problema di tipo medico e, d’altro canto, è importante escludere che ci sia un malfunzionamento fisico all’origine del malessere. Generalmente l’esclusione di una problematica fisica genera stati emotivi di imbarazzo, vergogna, rifiuto della natura del problema e una certa incredulità, soprattutto se non si viene informati che esistono dei fattori fisiologici funzionali che spiegano e mediano questo disagio.
È estremamente importante che il problema venga affrontato con l’aiuto professionale giusto al più presto, rielaborandolo e cambiando lo stile di vita, affinché non si cristallizzi e non si ripresenti, diventando uno sgradevole “compagno di vita”. L’esperienza mostra infatti che, senza opportuni trattamenti, l’attacco di panico può ripresentarsi e acquisire una frequenza media plurisettimanale o, in casi peggiori, presentarsi anche più volte al giorno.
Tuttavia ciò che spesso si innesca dopo il primo attacco di panico è una paura persistente di avere un nuovo attacco di panico (paura della paura), una trappola che può finire per incatenare una persona nell’esperienza di attacchi ripetuti, che è definita disturbo di panico.
La paura di nuovi attacchi di panico porta all’ aumento dell’automonitoraggio di ogni segnale fisico, di conseguenza l’ansia cresce e la paura si auto-alimenta.
BIBLIOGRAFIA:
- Attacco di Panico – DEFINIZIONE – Psicopedia
- Cosentino T., Bove A. & Nicolò G. (2008). Terapia di gruppo per il disturbo da attacchi di panico. Cognitivismo Clinico, 5(2), 145-55.
- OMS (2000). Management of Mental Disorders. Cambridge University Press, Cambridge
- Spiegel, D. A., & Baker, S. L. ( 1999). Maintenance CBT manual for use in the treatment of panic disorder: Long term strategies trial. Boston, MA: Center for Anxiety and Related Disorders at Boston University.