
Farmaci contro la Depressione
La prognosi di patologie depressive può variare sensibilmente a seconda del contesto ambientale in cui il trattamento con farmaci contro la depressione viene somministrato. E’ questa la principale scoperta rivelata nell’articolo “Fluoxetine effects on molecular, cellular and behavioral endophenotypes of depression are driven by the living environment”, pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista scientifica Molecular Psychiatry, a firma della dott.ssa Silvia Alboni e della prof. Nicoletta Brunello, attive presso il Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, che hanno condotto le ricerche in un team internazionale fra cui spiccano Laura Maggi dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e Igor Branchi dell’Istituto Superiore di Sanità.
IL LAVORO Il lavoro si è concentrato sull’osservazione degli effetti degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) una classe di farmaci contro la depressione comunemente utilizzata nel trattamento dei principali casi. L’efficacia di tali farmaci è notoriamente e fortemente incerta e variabile. Lo studio, che ha inteso capire le ragioni di tale variabilità, ha esplorato l’ipotesi che tali inibitori non impattino sulla patologia di per sé, ma che il loro effetto vari anche a seconda dell’ambiente in cui vengono assunti. I topi collocati in un contesto ricco di stimoli e trattati con fluoxetina, farmaco appartenente alla classe degli SSRI, hanno mostrato netti miglioramenti dal comportamento depressivo, al contrario di quelli trattati in un contesto ambientale meno favorevole, che hanno mostrato un chiaro peggioramento dei sintomi. Secondo i ricercatori, il farmaci contro la depressione agendo sulla plasticità del cervello creano una sorta di finestra di opportunità di cambiamento la cui direzione, ovvero il decorso della patologia, sia essa positiva o negativa, è stabilita dalla qualità dell’ambiente.
I RISULTATI “È stato osservato – hanno dichiarato la dott.ssa Silvia Alboni e la prof.ssa Nicoletta Brunello – che la fluoxetina ha importanti effetti sulla plasticità cerebrale indipendentemente dal suo effetto antidepressivo. Per dimostrare l’ipotesi che il trattamento con fluoxetina non modifica direttamente l’umore ma, tramite un aumento della plasticità cerebrale, rende l’individuo più suscettibile agli effetti dell’ambiente, abbiamo trattato topi modello di depressione esposti a stress inevitabili ed imprevedibili o ad un ambiente arricchito con stimoli cognitivi e motori. I nostri risultati dimostrano che la direzione degli effetti comportamentali, strutturali e molecolari del trattamento dipende dalla qualità dell’ambiente in cui viene somministrato il farmaco. In particolare, quando il farmaco viene somministrato in ambiente arricchito, insieme ad un miglioramento del fenotipo comportamentale si osserva un aumento del supporto neutrofico in ippocampo ed un effetto di normalizzazione della funzionalità dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Al contrario, quando il farmaco viene somministrato ad animali mantenuti in un ambiente stressante, osserviamo un ulteriore peggioramento del fenotipo comportamentale e una riduzione della neurogenesi in ippocampo. L’identificazione della qualità dell’ambiente come fattore importante nel dirigere l’effetto di un trattamento antidepressivo potrebbe rappresentare una svolta importante per l’ottimizzazione della terapia della depressione che a tutt’oggi resta una malattia altamente frequente e debilitante e per la quale, come recentemente sottolineato dall’OMS, necessitiamo di strategie terapeutiche più efficaci”.
LA PUBBLICAZONE La pubblicazione dello studio giunge infatti in un momento in cui la depressione è stata individuata dall’Oms, in occasione della Giornata mondiale della salute, come una delle emergenze sanitarie internazionali da affrontare per il suo impatto nella popolazione e per le impressionanti ricadute economiche che porta con sé. Le osservazioni proposte dai ricercatori possono fornire una motivazione ai noti effetti variabili degli SSRI, farmaci contro la depressione, riscontrati nella pratica clinica e indirizzare strategie finalizzate al miglioramento della loro efficacia, attraverso la sorveglianza e il miglioramento delle condizioni ambientali in cui tali farmaci vengono somministrati. (red – 13 apr)
(© 9Colonne – citare la fonte)