
Gli psichedelici intraprendono la strada della legalità. Sono proprio i ricercatori che si fanno carico della responsabilità di immettere sul mercato sostanze allucinogene poiché, dopo numerosi test, hanno compreso quanto efficaci possano essere in casi di depressione, stress post traumatico e dipendenze varie. Le sostanze psichedeliche come l’ecstasy sono funzionali perché semplicemente stimolano la produzione della serotonina, il così detto “ormone del buonumore”. La serotonina è un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione del ciclo sonno-veglia, del controllo dell’appetito e del comportamento alimentare e sessuale. Per farla breve, ci fa sentire felici e appagati.
Dipendenze da alcool, tabacco e ogni forma grave di ansia, hanno ridotto la loro presa sui pazienti grazie agli psichedelici, risultato riscontrato dopo che sono stati condotti con successo numerosi esperimenti in diverse parti del mondo. All’Imperial College di Londra è stato analizzato il principio attivo dei “funghi magici”, la psilocibina, e somministrato a 12 pazienti affetti da depressione, resistenti a tutti i farmaci. Il test, pubblicato su The Lancet, non ha portato a nessun effetto collaterale, ma solo miglioramenti. Lo stesso è avvenuto all’Università di San Paolo con l’ayahuasca, data a 17 pazienti depressi. Come riferito dal Journal of Clinical Psychopharmacology, essi hanno avuto un decisivo cambiamento dell’umore già da circa un’ora dopo l’assunzione.
All’ Università della Sapienza di Roma, il neurologo Cherubino Di Lorenzo ha guidato una ricerca pubblicata su Cephalalgia, che ha coinvolto ben 54 pazienti colpiti da “cefalea a grappolo”, ovvero un mal di testa periodico, con fasi attive chiamate “grappoli” appunto. I pazienti avevano fatto spontaneamente uso di eroina, cocaina, psilocibina, Lsd, Lsa, riscontrando benefici nel 75% dei casi. La lotta dei medici per rendere legali gli psichedelici è decisamente difficile, quasi impossibile. Tuttavia bisogna ricordare che l’assunzione di tali sostanze porta alla morte di alcuni neuroni, causando non pochi danni al sistema nervoso. Dovranno esserci quindi ancora molti studi prima che si arrivi alla certezza della maggioranza dei benefici, piuttosto che delle conseguenze negative.