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 › Depressione › Depressione nel Parkinson. SSRI e interventi comportamentali … – PharmaStar

Depressione nel Parkinson. SSRI e interventi comportamentali … – PharmaStar

Redazione Giugno 23, 2015     No Comment    


Depressione nel Parkinson. SSRI e interventi comportamentali approcci migliori per review USA

22 giugno 2015

Gli studi relativi ai diversi trattamenti della depressione nei pazienti affetti da malattia di Parkinson (PD) hanno risultati divergenti e impediscono di rilasciare raccomandazioni terapeutiche precise.

Ora una meta-analisi americana, apparsa online su Parkinsonism and Related Disorders, dimostra che il trattamento farmacologico con farmaci antidepressivi (in particolare con inibitori della ricaptazione della serotonina [SSRI]) e la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) migliorano significativamente la depressione in questi soggetti.

 

«La depressione colpisce il 50-70% dei pazienti con PD, determinando significative comorbilità, disfunzioni esecutive e una peggiore qualità di vita, fortemente correlata al disagio dei caregiver, al declino cognitivo, al peggioramento dei sintomi e alle cadute» ricordano gli autori, coordinati da Emily Bomasang-Layno, del Dipartimento di Psichiatria dell’University of Maryland School of Medicine di Baltimora (Usa). «Un adeguato trattamento della depressione, comunque, è stato associato con il recupero di alcune di queste conseguenze, portando a un miglioramento di memoria verbale, funzioni esecutive, qualità della vita e disabilità».
«Anche se sono state pubblicate diverse review sul trattamento antidepressivo nei pazienti con PD» riprendono Bomasang-Layno e collaboratori «queste revisioni riportano risultati non conclusivi, non coerenti e, a volte, non significativi, che precludono la stesura di raccomandazioni definite per il trattamento. Un’importante limite di queste review è che non sono valutate in modo sistematico altre modalità di trattamento come interventi comportamentali (come la CBT e la psicoterapia), la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS), l’elettroagopuntura e la stimolazione cerebrale profonda». 
L’obiettivo degli autori è stato quindi quello di eseguire, basandosi anche sui risultati delle precedenti review, di effettuare una revisione sistematica e una meta-analisi dei trial clinici randomizzati (RCT) pubblicati che hanno valutato l’efficacia di terapie farmacologiche, interventi comportamentali e rTMS nel trattamento della depressione in pazienti con PD idiopatica.
Gli studiosi hanno effettuato ricerche basandosi, come fonti, su registri di trial e importanti banche dati elettroniche quali PubMed, CINAHL, EMBASE e PsycInfo. Le bibliografie degli articoli rilevanti sono state sottoposte a confronti incrociati. Questi i criteri di selezione: RCT di confronto tra farmaci, terapia comportamentale o rTMS con un placebo o altri farmaci/metodi senza restrizioni circa età e genere dei partecipanti né durata o impostazione del trattamento. La valutazione di ammissibilità è stata effettuata in modo indipendente. I dati identificati sono stati sottoposti a screening in sequenza in base ai criteri di ammissibilità. Infine sono stati calcolati le differenze dei punteggi medi di depressione e gli intervalli di confidenza al 95%.

In totale sono stati inclusi nell’analisi 893 pazienti con PD idiopatica e depressione clinica tratti da 20 RCT. La differenza media standard a livello generale per tutti gli interventi farmacologici si è attestata a 0,30 (95% CI: da -0,00 a 0,61; p = 0,054). Dopo stratificazione, si è evidenziata una netta differenza di effetto tra gli antidepressivi (95% CI: 0,24-0,83; p = 0.000) e i farmaci non antidepressivi (95% CI: da -0,86 a 0,29; p = 0,328). Gli interventi comportamentali hanno dimostrato una significativa efficacia con una dimensione dell’effetto pari a 0,87 (95% CI: 0,41-1.33; p = 0,000).    
 

«I nostri risultati indicano che l’intervento farmacologico, specificamente con antidepressivi, ha un effetto aggregato significativo sulla depressione nel PD. Alla stratificazione dei dati farmacologici, comunque, l’analisi ha dimostrato un effetto significativo globale solo con gli SSRI. Anche gli antidepressivi triciclici (TCA) raggruppati hanno evidenziato un ampio effetto, come era già emerso in precedenti revisioni, ma senza significatività statistica» osservano i ricercatori. «Non abbiamo invece rilevato efficacia contro la depressione nel PD da parte di pramipexolo, dopaminoagonista». Esiti negativi anche con la memantina (anti-Alzheimer glutamatergico) e l’atomoxetina, inibitore selettivo del reuptake della norepinefrina (SNRI).
Al contrario gli autori riportano ampi e significativi effetti ottenuti con la terapia comportamentale, più specificamente con CBT nel trattamento della depressione in PD, approccio che si viene a configurare come possibile alternativa o terapia additiva ai trattamenti farmacologici. In particolare gli studi condotti con CBT, riferiscono Bomasang-Layno e collaboratori, evidenziano significativi miglioramenti non solo nella depressione, ma anche nell’ansia, nell’ideazione negativa e nella gestione delle situazioni.  
«Esistono solo 2 studi sulla rTMS che sono stati inclusi in questa revisione» aggiungono gli autori «e sebbene dimostrino entrambi qualche miglioramento dei sintomi, non sono sufficientemente alimentati per permettere di effettuare raccomandazioni. Degno di nota, però, il fatto che non siano state riportate problematiche di sicurezza, rendendo questa strategia una possibile alternativa ad altri trattamenti».

«C’è ancora necessità di ampi trial ben disegnati per valutare l’efficacia degli antidepressivi, in particolare dei TCA, così come dei dopaminoagonisti e di altri agenti. Per i TCA un confronto tra range di dosaggi potrebbe essere utile per determinare la dose efficace meglio tollerata. Studi più vasti anche sui trattamenti comportamentali potrebbero essere per i pazienti che preferiscono non ricorrere a terapie farmacologiche, o sono riluttanti all’assunzione di un farmaco additivo

 

Arturo Zenorini

Bomasang-Layno E, Fadlon I,Muray AN, Himelhoch S. Antidepressive treatments for Parkinson’s disease: A systematic review and meta-analysis. Parkinsonism Relat Disord, 2015 May 16. [Epub ahead of print]

 

© Riproduzione riservata

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