Mio fratello ha sempre sofferto di depressione e ansia sociale e negli anni ha usato vari antidepressivi, con non molti benefici e invece effetti collaterali pesanti, come aumento di peso e calo della libido. Adesso sta male e vorremmo si facesse aiutare, ma lui (anche per le esperienze avute) si rifiuta e dice che non vuole ritrovarsi a subire di nuovo effetti indesiderati già patiti in passato con le terapie . Inoltre teme che questi farmaci possono rovinare la quantità e la qualità del suo liquido seminale e lui vorrebbe avere dei figli. Ho letto però che ora c’è una nuova molecola (la vortioxetina) che ha dimostrato di migliorare la depressione (e l’ansia) senza avere gli effetti collaterali dei più comuni medicinali antidepressivi. Mio fratello non ci crede perché dice di aver letto che anche questa molecola in molti causa calo libido e danni allo sperma. Che cosa ne pensate?
Risponde Giovanni Migliarese, Dipartimento Neuroscienze, Az. ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico, Milano
Effettivamente è stato approvato dall’Agenzia del farmaco, e abbastanza recentemente inserito nel Prontuario farmaceutico, il primo antidepressivo ad azione “multimodale”, ovvero la vortioxetina che lei cita. Il farmaco è definito multimodale perché associa al classico meccanismo di azione degli antidepressivi, ovvero il blocco del re-uptake della serotonina (blocco del recettore che ri-trasporta la serotonina all’interno del neurone presinaptico) anche un’azione agonista verso alcuni sottotipi recettoriali (sempre serotoninergici). A questa seconda modalità di azione, dal punto di vista farmacologico, si deve il minore rischio degli effetti collaterali più frequentemente associati ai trattamenti antidepressivi finora in commercio, tra cui, sicuramente, i disturbi a livello sessuale possono essere tra i più disturbanti.
Interventi specifici a seconda della gravità
I dati raccolti dalla ricerca scientifica segnalano infatti, su numerosi pazienti trattati, scarsi rischi di effetti gastrointestinali e dei più comuni disturbi sessuali. Le ricordo comunque che dal punto di vista clinico ogni molecola ha un’azione che dipende dalla specificità del soggetto. È infatti esperienza comune che farmaci farmacologicamente appartenenti alla stessa categoria possono mostrare un’efficacia differente e causare effetti collaterali diversi tra soggetti diversi. Quindi anche senza ricorrere a vortioxetina è possibile ottenere ottime risposte terapeutiche senza incorrere in effetti disturbanti. Vorrei poi ricordarle che la depressione, non essendo un fenomeno unitario (meglio sarebbe parlare di cura delle “depressioni”), prevede interventi specifici a seconda della gravità, delle manifestazioni, dei periodi della vita e che il trattamento farmacologico è indicato in forme gravi di depressione mentre interventi psicoterapici, associati alla psico-educazione, a un’attività fisica costante, a tecniche di rilassamento e a una corretta igiene del sonno possono essere efficaci in forme lievi e moderate.
Relazione di fiducia con il medico
Da ultimo mi preme sottolinearle un aspetto importante, soprattutto nel nostro ambito. L’approccio corretto alla terapia dipende, sempre, dall’instaurarsi di una relazione di fiducia con il medico: è con lo specialista di fiducia che andrebbero affrontati tutti i dubbi relativi al trattamento e all’efficacia dello stesso, oltre che eventuali fallimenti. La grande variabilità di risposta individuale suggerisce infatti un lavoro specifico che si deve basare su una forte alleanza terapeutica: direi quasi che il trattamento deve essere compiuto “in tandem”. Il malessere psichico, se non trattato, rischia di aggravarsi: perciò è bene che, nonostante l’attuale resistenza a un trattamento farmacologico, venga mantenuto un rapporto terapeutico teso a rivalutare quali possano essere al momento le strategie più indicate.