Alzi la mano chi di noi non si è mai sentito “stressato”, chi durante la giornata non includa nel suo linguaggio almeno una volta la parola stress per definire uno stato interiore altrimenti difficilmente definibile. Spesso utilizziamo il termine stress per descrivere un senso di tensione interna, uno stato d’’ansia oppure una preoccupazione rispetto a qualcosa. Insomma, nel nostro linguaggio comune lo utilizziamo per esprimere quel senso diffuso di malessere che non sappiamo diversamente definire.
Ed ecco, infatti, che definirci “stressati” è ciò che meglio ci riesce quando non riusciamo a dare un nome esatto ad un malessere o ad una situazione di disagio o sofferenza fisica. Sì, perché oggi sembra che tutto sia causa di stress: la vita frenetica, il lavoro, i figli, gli impegni, le scadenze e persino le vacanze stressano.
A volte lo stress rischia di diventare uno status symbol: se siamo stressati vuol dire che facciamo un lavoro impegnativo, che abbiamo molte responsabilità, che abbiamo una vita piena. Ma che cos’è realmente lo stress?
Lo STRESS è una risposta adattiva dell’’organismo alle pressioni ambientali, a quelle situazioni della vita quotidiana che ci mettono a dura prova e che richiedono spesso un grande investimento di energie per doverle affrontare. Ecco che così si crea quello stato di tensione fisica e mentale che ci fa definire appunto stressati”.
Ma non sempre lo stress è negativo. Esiste anche uno stress “buono”, chiamato eustress, ed è quello che ci permette nella nostra quotidianità di affrontare e superare le difficoltà in un modo positivo e che ci lascia quella sensazione generale di benessere e di relax quando l’’organismo riesce poi a ritrovare i normali processi di funzionamento e di recupero delle energie. Quando però la persona non è in grado di passare da un polo di “attivazione” a uno di “disattivazione allentamento” lo stress diventa cronico (distress): l’organismo continua ad attivarsi anche se lo stimolo esterno non è più presente.
Così il rumore, gli sbalzi di temperatura, il cambiamento di fuso orario, la malattia di una persona cara, un cambiamento di casa, di lavoro e paradossalmente una promozione, un matrimonio o una nascita di un figlio sono tutti fattori imputabili ad una condizione di stress. In questi momenti non è solo la mente a risentirne ma tutto l’organismo che attiva delle modificazioni: la respirazione diventa più rapida, i battiti del cuore accelerano e la persona si prepara per “difendersi”.
Quando questo stato di tensione diviene eccessivo e lascia il posto solamente a cefalee, palpitazioni, colon irritabile, ansia, fatica generica, disturbi del sonno, perdita della gioia di vivere…allora lì diventa un problema!
Un evento stressante però è un qualcosa di assolutamente soggettivo. Pertanto ogni persona avrà una propria reazione dinnanzi al medesimo stressor. Ma esistono persone più predisposte di altre allo stress?
Solitamente sono più stressati quei soggetti che tendono al perfezionismo o coloro che riempiono la loro vita di impegni più di quanto sia loro realisticamente possibile, oppure soggetti aggressivi o in continua competizione, che lottano quotidianamente per raggiungere determinati obiettivi. Le cause più comuni di stress possono essere: il carico di lavoro e di responsabilità, la riduzione degli interessi e degli spazi personali, giudizi svalutativi di altri sulle proprie capacità personali, senso di incapacità etc.
Forse, a volte, basterebbe “leggere” le situazioni stressanti da un altro punto di vista, imparando ad esprimere le proprie emozioni e dedicandosi anche a qualche hobby, ad uno sport o a delle tecniche di rilassamento. Si potrebbe così diluire la tensione e vivere meglio. Ma riuscirci da soli a volte non è così semplice.
Dott.ssa Florinda Bruccoleri
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psiconcologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it