
Balbuzie
La balbuzie in medicina
Crescita e balbuzie
Cause e ipotesi sulla balbuzie
Il balbuziente spesso evita di pronunciare specifiche vocali o consonanti nella paura di essere colto da balbuzie durante situazioni sociali, un isolamento auto imposto che spesso sviluppa ansia, vergogna o senso di perdita di controllo durante un discorso, sottoponendosi a forte stress ed operando una continua sostituzione e riorganizzazione lessicale nel tentativo di sbagliare pronuncia.
La balbuzie è spesso vista come un sintomo di ansia, ma non è l’ansia a causare la dislalia ma viceversa, soprattutto se si manifesta in contesti sociali che il balbuziente ritiene inappropriati, quando il picco d’ansia è istantaneo e porta l’interlocutore a confondere l’effetto con la causa. Quindi non è l’ansia, la depressione, la scarsa autostima, il nervosismo o lo stress a predisporre o causare la balbuzie, ma sono tutti fattori che aggravano un problema già esistente e depositato, che comunque favoriscono un circolo vizioso definito “la sindrome del balbuziente”, descritta magistralmente nel film succitato.
La curiosità scientifica è che chi balbetta in pubblico o al telefono, quando parla all’unisono con altre persone, quando imita il parlare di altri, quando sussurra, canta o recita, o quando parla con gli animali o con i bambini piccoli, il suo linguaggio è fluente, senza blocchi, prolungamenti o ripetizioni, mentre è accertato che questo difetto ha una forte correlazione con la carenza di sonno, e tanto minori sono le ore di riposo, tanto maggiore sarà l’incidenza del manifestarsi della balbuzie il giorno seguente.
La balbuzie in età adulta
La balbuzie non è soltanto congenita, perché può intervenire anche in un soggetto adulto in seguito ad una esperienza traumatica come un lutto, un accidente fisico o psicologico, o un danno cerebrale, e comunque quella congenita ha una buona prognosi, poiché circa il 65% dei balbuzienti in età scolare recupera la fluenza spontaneamente nei primi due anni, ed il 74% durante l’ adolescenza.
Per i balbuzienti adulti invece non esiste una cura, tranne un nuovo farmaco, il pagoclone, un ansiolitico attualmente non in vendita in Italia, anche se l’efficacia degli psicofarmaci ha sempre dato risultati insoddisfacenti, poiché utili solo ad abbassare il livello di ansia e frustrazione. L’obiettivo delle terapie logopediche infatti, non è quello di eliminare la disinfluenza, bensì quello di modificarla, in modo tale che l’atto del balbettare risulti meno faticoso, fino a portare questi pazienti al balbettio moderato ed accettabile.
Esistono trattamenti comportamentali, di logopedia o protesici che forniscono un limitato sollievo, ma siccome la cura non esiste, la qualità di vita dei disinfluenti può essere migliorata ma non guarita mai completamente.
Nella storia il più famoso balbuziente è stato il Primo Ministro Winston Churchill, che era nato e cresciuto con la balbuzie, anche se, nonostante questo handicap, è diventato uno dei più grandi oratori di tutti i tempi, a dimostrazione che a volte una leggera e non sgraziata balbuzie, o qualche impedimento della parola, sono di aiuto per catturare l’attenzione del pubblico.