Lo studio sulle cause dell’autismo è nel pieno della sua attività: si indaga l’origine e si mettono a punto interventi efficaci e mirati per affrontarlo quando si manifesta. La ricerca per fare luce sulle cause dell’autismo segue attualmente percorsi differenti. «L’origine dell’autismo ha una forte componente prenatale ed ereditaria. Sono stati individuati alcuni geni che sono correlati all’autismo, ma nell’80 per cento dei casi l’autismo si presenta come malattia genetica complessa. Ovvero ci sono più anomalie che concorrono insieme ed è quindi più difficile quindi trovare tutte le concause», ha spiegato Chiara Picinelli, biologa del Centro Mafalda Luce di Milano, dove si occupa di ricerca genetica sull’autismo, nel suo intervento al recente convegno “Autismi 2014” promosso dal Centro Studi Erickson di Trento.
Ai fattori genetici concorrono anche fattori ambientali, sia in ambito pre-natale che post-natale. Alcuni ricercatori, tra cui Philippe Raymond del gruppo di ricerca “Chronimed”, seguono una pista “tossica” per spiegare l’esplosione della diffusione dell’autismo negli ultimi anni (in particolare l’autismo “regressivo”, non di nascita) cercando di individuare i possibili fattori tossici di natura infettiva (tossine di origine batterica), ambientali (pesticidi, metalli pesanti, ecc.) o alimentari.
Tra le tante teorie sulle cause dello scatenamento dei sintomi autistici, è segnalata anche la “teoria della vaccinazione” elaborata a partire dai racconti di alcuni genitori di bambini autistici che descrivono come la “regressione” del loro bambino sia avvenuta improvvisamente entro ore o giorni dopo la vaccinazione. Tale teoria viene spiegata con ipotesi diverse che chiamano in causa alcune componenti del vaccino o la modulazione immunitaria indotta dalla vaccinazione, e finora non ha trovato consenso nella comunità scientifica, evidenziando, di contro, in studi scientifici, diverse prove della sua inattendibilità.
In tale contesto, ha fatto scalpore una sentenza di primo grado del Tribunale del Lavoro di Milano, emessa nei giorni scorsi. La sentenza ha stabilito che il Ministero della Salute deve risarcire con un assegno vitalizio bimestrale un bambino affetto da autismo al quale, nel 2006, venne somministrato il vaccino esavalente. L’effetto tossico per lo sviluppo del sistema nervoso sarebbe ricondotto alla presenza di mercurio.
A proposito di tale sentenza, un comunicato congiunto tra SIP (Società Italiana di Pediatria), FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), SItI (Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica), ACP (Associazione Culturale Pediatri), FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), afferma come la comunità scientifica sia unanime nel ribadire che non esiste alcun legame tra vaccinazione esavalente e autismo e, allo stesso modo, non esiste legame tra questa malattia e vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MPR).
Nel comunicato emesso il 26 novembre a Roma si precisa come il vaccino esavalente sia utilizzato nella maggior parte dei Paesi europei in quanto riconosciuto fondamentale per prevenire 6 importantissime malattie infettive (polio, difterite, tetano, pertosse, malattie invasive da Haemophilus influenzae tipo B, epatite B). Il vaccino esavalente è stato somministrato a decine di milioni di bambini, e in nessun Paese si è mai arrivati a simili conclusioni. Gli studiosi sottolineano inoltre che il mercurio presente in tracce nei vaccini prodotti fino ad alcuni anni fa sotto forma di etilmercurio (un disinfettante) non ha mai causato nel mondo alcun danno neurologico documentato, ma è stato comunque eliminato da tutti i vaccini per far cessare le campagne di disinformazione promosse su di esso da gruppi contrari alle vaccinazioni.
Le Società scientifiche firmatarie del comunicato fanno appello a tutti i genitori affinché continuino ad aderire con fiducia all’offerta del vaccino esavalente, nell’interesse della salute dei propri figli e di tutta la comunità; ricordano che il vaccino esavalente protegge i loro figli da malattie ancora oggi temibili e mortali; sottolineano che nello scorso anno 5 piccoli lattanti sani sono stati uccisi dalla pertosse tra Marche e Toscana; si riservano di richiedere agli Ordini dei Medici di pertinenza di valutare sotto il profilo disciplinare il comportamento di consulenti tecnici d’ufficio che non basino le proprie consulenze sull’evidenza scientifica, inducendo i giudici a emanare sentenze contrarie alla verità dei fatti; chiedono inoltre al Ministro della Salute di difendere anche in primo grado le evidenze scientifiche universalmente riconosciute che smentiscono ogni connessione causale tra vaccinazioni e autismo.
Non è la prima volta che i tribunali si occupano della problematica in questione. Una sentenza del 2012 del Tribunale di Rimini ha avanzato un nesso causale tra autismo e somministrazione del vaccino trivalente. Va tuttavia sottolineato come tutte le sentenze (in primo grado in quanto nessuna sentenza è giunta finora alla decisione di Appello) di riconoscimento di un rapporto tra vaccini ed autismo abbiano riguardato l’indennizzo, che segue una procedura particolare in cui non è possibile un approfondito contradditorio, e che nasce per tutelare chi ricorre al Tribunale del lavoro. Non si è trattato mai di sentenze civili di risarcimento per un danno subìto, perché in tali processi è possibile un reale confronto delle tesi scientifiche e anti-scientifiche, e in queste circostanze l’evidenza scientifica di mancanza di qualsiasi rapporto tra vaccini ed autismo può emergere con maggiore chiarezza.