L’obiettivo è ambizioso e potrebbe cambiare la vita dei bambini affetti da autismo e delle loro famiglie: arrivare ad una diagnosi precisa sin dai primi mesi di vita, mentre oggi la certezza della malattia arriva in media anche a 5 anni di età e dopo enormi sofferenze. Una cura efficace, infatti, ancora non c’e’ ma l’intervento precoce è in grado di limitare notevolmente i danni. Punta anche a questo la ‘alleanza’ suggellata oggi tra l’Istituto superiore di sanità (Iss), che coordina il Network Italiano per il riconoscimento precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico (Nida), e la Fondazione ‘I Bambini delle Fate’, che ha reso disponibile un contributo di 100mila euro. Oggi, ha spiegato la responsabile del Nida Maria Luisa Scattone, ”la nostra rete è attiva in 5 regioni e monitora 100 bambini, ma con i nuovi fondi miriamo ad estendere il Network, che è anche entrato a far parte della Rete europea, in tutte le Regioni”. Ma come funziona il progetto Nida? in pratica gli esperti dell’Iss, allertati dai vari centri, seguono direttamente a casa per i primi 6 mesi e in tutta Italia i bambini nuovi nati con fratelli o sorelle autistici, quindi i piccoli vengono monitorati dai centri locali partner fino ai 36 mesi di età. Questo per rilevare precocemente i segni della malattia, dal momento che per un bimbo con familiari autistici il rischio di insorgenza della patologia è superiore di circa il 20%. Primi studi, spiega Scattone, ”ci dicono che bambini colpiti da disturbi legati ad autismo presentano, già nelle prime settimane di vita, alcune anomalie nel pianto e nel movimento spontaneo.
Se questi dati venissero confermati in un più ampio campione e sarà possibile associare tali anomalie ad alcune caratteristiche cliniche e biologiche dei pazienti presi in esame, potrà essere attivato un monitoraggio per la loro identificazione precoce, già nel primo anno di vita”. I piccoli monitorati sono oggi 100 e sono in corso analisi su saliva e urine per cercare di identificare anche marcatori biologici, oltre che comportamentali, della malattia: ”Finora – afferma l’esperta – abbiamo raccolto un milione di euro e reclutato 100 bimbi da monitorare; con i nuovi fondi puntiamo a reclutare altri 50 bimbi l’anno”. L’obiettivo è dunque arrivare a definire un protocollo scientifico unico per la diagnosi precoce dell’autismo. E un passo avanti in questa direzione arriva proprio dal sodalizio tra pubblico e privato, giudicato importante dal commissario straordinario Iss Walter Ricciardi perchè, ha sottolineato presentando l’iniziativa, ”anche nella Ricerca è fondamentale puntare ad una organizzazione di tipo manageriale e imprenditoriale”. A chiarirne il perchè è il presidente dell’Associazione ‘Bambini delle fate’ Franco Antonello, che ha partecipato all’evento insieme al figlio Andrea, autistico: ”Oggi le donazioni volontaristiche e gli sms non bastano più. Da imprenditore ho capito che bisogna portare la mentalità imprenditoriale nel sociale: la nostra Fondazione riceve fondi di 500-1000 euro al mese da 650 aziende, con cui abbiamo stipulato dei contratti. Tutto viene rendicontato pubblicamente su quotidiano nazionali ogni tre mesi, aggiornando sui 32 progetti in corso in tutta Italia e citando le aziende che ci supportano. In questo modo abbiamo finanziato progetti per 5 mln di euro in 10 anni. E’ la via da seguire”.
Il tutto per arrivare a realizzare il sogno che Andrea, chiaramente, ha indicato oggi: ”Basta ai ragazzi solo negli istituti”.